Archivio Categoria: Senza categoria

Sistemazione aree a verde: prezzario lavori pubblici

Viminata viva. Stabilizzazione di pendio o scarpata mediante
viminata formata da paletti di legno (Larice, Castagno, ecc.) di ∅ 3
– 10 cm o di ferro ∅ 12 – 14 mm, di lunghezza 80 – 100 cm infissi
nel terreno lasciando una altezza fuori terra di 15 – 25 cm, alla
distanza di 1 – 3 m uno dall’altro, intervallati ogni 30 cm da paletti
o talee vive di 40-50 cm, collegati da verghe di salice vivo o altra
specie legnosa con capacità di propagazione vegetativa, con
l’estremità conficcata nel terreno, di almeno 150 cm di lunghezza,
intrecciate sui paletti principali e secondari e legate con filo di ferro
per un’altezza di 15 – 25 cm fuori terra ed una parte interrata di
almeno 10 cm (l’infossamento ed il contatto con il terreno
consentono il migliore attecchimento e radicazione delle piante e
riducono i rischi di scalzamento della struttura). Le viminate
verranno disposte sui pendii a file parallele distanti da 1,2 a 2 m.
Delle varianti sono costituite da file diagonali a formare rombi o
quadrati che aumentano la capacità antierosiva e dalla disposizione
seminterrata in solchetti di 20 cm circa onde aumentare la
percentuale di attecchimento in substrati aridi e aumentare l’effetto
antiruscellamento. In caso di necessità, durante i primi mesi dopo
l’intervento, può risultare necessario provvedere alla rincalzatura
delle viminate scoperte per evitare gravi fallanze
nell’attecchimento.

  • m € 34,80

Fascinata viva su pendio. Stabilizzazione di pendio su pendenze
massime di 30°- 35° e con necessità di drenaggio superficiale, con
fascinate vive, mediante scavo di un fosso di 0,3 – 0,5 m di
larghezza ed uguale profondità, posa nei solchi di fascine di specie
legnose con capacità di propagazione vegetativa (Salici, Tamerici,
ecc.), composte da 5 – 6 verghe di diametro minimo 1 cm con punti
di legatura distanti circa 70 cm, fissaggio con paletti di legno vivo
o morto (disposti uno ogni 80 cm circa) di almeno 60 cm e Æ 5 cm
o con aste in ferro Æ 8 – 14 mm, infilati attraverso la fascina o a
valle di essa, legati con filo di ferro, il tutto ricoperto con uno
sottile strato di terreno. Le file di fascine saranno orizzontali (con
funzione stabilizzante e di immagazzinamento dell’acqua) o
avranno opportuna inclinazione (per aumentare la funzione di
deflusso laterale) e disteranno 1,5 – 2 m l’una dall’altra. Esse creano
uno spazio sotterraneo con un’elevata capacità di trattenuta
dell’umidità e/o un effetto drenante. Nella variante con piantine (da
compensare con altra voce) le fascinate potranno essere abbinate a
piantagioni di idonee specie arbustive radicate in ragione di 1 – 2
pezzi per metro avendo cura di tracciare solchi più larghi (0,30 –
0,60 m) che vengono riempiti, dopo deposta la fascina con terreno
vegetale o compost. La messa in opera potrà avvenire solo durante
il periodo di riposo vegetativo. Per migliorare la funzionalità
dell’opera è necessario eseguire una periodica pulizia e
rimodellamento dei canali di intercettazione delle acque di scolo.

  • m € 32,80

Fascinata viva drenante su pendio. Costituzione di drenaggi con
fascine disposti lungo il percorso più breve che seguirebbe l’acqua
lungo il pendio con eventuali diramazioni laterali per un
prosciugamento diffuso. Le fascine saranno formate da verghe o
rami lunghi e diritti di piante legnose con capacità di propagazione
vegetativa, anche in combinazione con ramaglia “morta” (ma non
disseccata), che viene posta nella parte bassa a contatto con il
terreno, disponendo le parti grosse sempre dalla stessa parte (in
direzione opposta al deflusso). Il tutto a costituire fascine continue
di Æ 0,20 – 0,60 m, legate ad intervalli di 50 cm con filo di ferro Æ
1,5 – 3,0 mm e fissate in solchi di drenaggio predisposti lungo il
pendio mediante paletti di legno Æ 8 – 12 cm o di ferro Æ 8-14
mm, con eventuale rinforzo longitudinale con fili di ferro o corde di
acciaio per evitare rotture dovute ad eccessive sollecitazioni da
trazione nei tratti più ripidi. Per drenaggi di acque che si trovano ad
una profondità maggiore di 30 – 40 cm, verrà scavato un fosso ad
opportuna profondità che verrà riempito con pietrisco drenante,
eventualmente concomitante con un tubo di drenaggio, per uno
spessore di 20 – 60 cm, sormontato a sua volta da una fascinata viva
che raggiunge la superficie. Altri abbinamenti possono essere
effettuati tra diverse fascinate vive (superficiali) e fascinate morte
(sotterrate). I fossi drenanti con fascinate andranno collegati ai
collettori di sgrondo. La messa in opera potrà avvenire solo durante
il periodo di riposo vegetativo.

  • m € 69,32

Gradonata viva: con ramaglia viva di salici, tamerici, ecc., con
latifoglie radicate, mista e su rilevato. Stabilizzazione di pendii
mediante scavo di gradoni o terrazzamenti con profondità in genere
di 0,5 ÷ 1 m con pendenza verso l’interno di 5°-10° e del pari
contropendenza trasversale di almeno 10° e realizzazione di file
parallele dal basso verso l’alto con interasse 1,5 – 3 m, riempiendo
la gradonata inferiore con il materiale di scavo di quella superiore.
I gradoni possono venire realizzati secondo le curve di livello o
leggermente inclinati a valle, in modo da favorire il drenaggio. Per
inclinazioni del pendio di 25° – 30° si consiglia una distanza tra
gradoni successivi di 1 – 1,5 m, mentre per inclinazioni inferiori a
20° una distanza pari a 2 – 3 m. La distanza reciproca tra i gradoni è
inoltre funzione del grado di umidità del terreno: quanto maggiore
è il tasso di umidità, tanto minore sarà l’interasse. Per quanto
riguarda i materiali, le talee o la ramaglia di Salice (disposte a
pettine) devono avere lunghezza > 100 cm (10 – 20 cm > della
profondità dello scavo) e diametro di 1 – 7 cm; le piantine radicate
di latifoglie resistenti (spesso Ontano) devono avere un’altezza di
100 cm (10 – 20 cm > della profondità dello scavo) e un diametro di
1-3cm.
La messa a dimora del materiale vivo potrà essere realizzata con
diverse modalità equivalenti: in appoggio al gradone di ramaglia
con tutte le ramificazioni di piante legnose con capacità di
riproduzione vegetativa (Salici, Tamerici, ecc. che favoriscono la
diminuzione del contenuto d’acqua del terreno rendendolo più
stabile) in numero di almeno 10 pz/m disposta in modo incrociato
alternando le diverse specie e i diversi diametri (età) dei rami. I
rami devono sporgere per almeno 1/4 della loro lunghezza e gli interstizi tra i rami devono essere accuratamente intasati di terreno
per evitare eccessive circolazioni di aria e disseccamento.In
alternativa in appoggio al gradone di piante radicate di latifoglie
resistenti all’inghiaiamento e in grado di formare radici avventizie,
di 2 – 3 anni, in ragione di 5 – 20 piante per metro, a seconda della
specie, ed aggiunta di terreno vegetale o paglia o compost di
corteccia per il miglioramento delle condizioni di crescita. Le
piante dovranno sporgere per almeno 1/3 della loro lunghezza.
Oppure vengono formate file alterne di gradonate con ramaglia e
gradonate con piantine radicate con le modalità di cui alle varianti
sopra citate.
La messa a dimora della ramaglia viva sui rilevati avviene durante
la costruzione degli strati (ad esempio stradali, ferroviari o
arginali). La ramaglia (10 – 30 rami per metro) viene appoggiata
sul ciglio del rilevato, può avere lunghezza di 2 o più metri e viene
ricoperta dallo strato successivo del rilevato. Indipendentemente
dalla lunghezza i rami non dovranno sporgere più di 25 cm dal
terreno. L’insieme funge anche da terra rinforzata aumentando la
stabilità del rilevato.Nel caso si utilizzino piantine radicate ed in
presenza di forti stress idrici, sarà necessario provvedere ad
irrigazioni di soccorso. Negli anni successivi all’intervento potrà
essere inoltre necessario il reintegro delle fallanze delle piantagioni
con nuove messe a dimora di piantine.

  • m € 40,58

Idrosemina. Rivestimento di superfici estese più o meno acclivi
mediante spargimento meccanico per via idraulica a mezzo di
idroseminatrice a pressione atta a garantire l’irrorazione a distanza
e con diametro degli ugelli e tipo di pompa tale da non lesionare i
semi e consentire lo spargimento omogeneo dei materiali.
L’idrosemina eseguita in un unico passaggio contiene:
– miscela di sementi idonea alle condizioni locali;
– collante in quantità idonea al fissaggio dei semi e alla creazione di
una pellicola antierosiva sulla superficie del terreno, senza inibire
la crescita e favorendo il trattenimento dell’acqua nel terreno nelle
fasi iniziali di sviluppo; la quantità varia a seconda del tipo di
collante, per collanti di buona qualità sono sufficienti piccole
quantità pari a circa 10 g/m2;
– concime organico e/o inorganico in genere in quantità tali da
evitare l’effetto “pompaggio” iniziale e successivo deficit delle
piante;
– acqua in quantità idonea alle diluizioni richieste;
– altri ammendanti, fertilizzanti e inoculi.
L’esecuzione dovrà prevedere:

ripulitura della superficie da trattare mediante allontanamento di
sassi e radici; spargimento della miscela in un unico strato. La
composizione della miscela e la quantità di sementi per metro
quadro sono stabilite in funzione del contesto ambientale ovvero
delle caratteristiche geolitologiche, pedologiche, microclimatiche,
floristiche e vegetazionali (in genere si prevedono 30 – 60 g/m2).La
provenienza e germinabilità delle sementi dovranno essere
certificate e la loro miscelazione con le altre componenti
dell’idrosemina dovrà avvenire in loco, onde evitare fenomeni di
stratificazione gravitativa dei semi all’interno della cisterna.

  • superfici continue fino a 5000 mq mq 1,96
  • superfici continue oltre a 5000 mq mq 1,73
  • Idrosemina come sopra potenziata con fibre legnose:
  • superfici continue fino a 5000 mq mq 6,70
  • superfici continue oltre a 5000 mq mq 1,73

Cordonata viva .Nella cordonata di Couturier vengono impiegate
piantine di due anni (Olmo, Acero, Nocciolo, Biancospino, ecc.).
Nella cordonata di Praxl viene usato stangame reperito in loco,
preferibilmente di resinosa o castagno con corteccia, avente
diametro di 6 – 12 cm e lunghezza superiore ai 2 metri, picchetti in
legno di diametro di 12 – 15 cm o piloti in ferro profilati a “T”
idonei a sostenere la struttura, tondini in ferro, filo di ferro zincato,
talee in Salice (o altro) di lunghezza > 60 cm e Æ 3 – 10 cm.
Entrambe le cordonate sono utilizzate per la stabilizzazione di
pendii anche molto ripidi e su terreni instabili, ma non per scarpate
in roccia o con roccia subaffiorante, mediante le seguenti
operazioni nell’ordine:
– formazione di banchine o terrazzamenti a L orizzontali di
larghezza minima di 35 – 50 cm, con leggera contropendenza
(minimo 10°) distanti circa 2 – 3 m l’uno dall’altro, su cui si dispone
longitudinalmente dello stangame preferibilmente di resinosa o di
Castagno con corteccia di Æ 6 – 12 cm, su due file parallele, una
verso l’esterno fissata con picchetti in legno o ferro e una verso

l’interno dello scavo. La banchina deve avere profondità da 50 a
100 cm;

  • stesura di un letto di ramaglia in preferenza di conifere sul fondo
    dello scavo;
  • ricopertura con uno strato di terreno di circa 10 cm;
  • collocazione a dimora di talee di Salice (od altra specie legnosa con capacità di riproduzione vegetativa) in ragione di 10 – 25 talee per metro, sporgenti verso l’esterno del pendio per almeno 10 – 20 cm
  • ricopertura del tutto con inerte proveniente dallo scavo superiore.

La messa in opera della cordonata potrà avvenire soltanto durante il
periodo di riposo vegetativo e varierà in dipendenza alle condizioni
climatiche dell’area d’intervento. Lungo le zone litoranee e
limitrofe esso va da novembre a marzo (riposo vegetativo – inizio
risveglio vegetativo); nel caso di stazioni montane o collinari
interne, tale periodo si estende a tutto aprile. Si può tuttavia avere
l’estensione dell’intervento a maggio attraverso l’utilizzo di
piantine in fitocelle ed in funzione dell’andamento stagionale.In
casi di utilizzo di piantine radicate ed in presenza di forti stress
idrici, si può provvedere ad irrigazioni di soccorso. Negli anni
successivi all’intervento può essere inoltre necessario il reintegro
delle fallanze delle piantagioni con nuove messe a dimora di
piantine.

  • cordonata secondo Couturier m € 39,70
  • cordonata secondo Praxl m € 45,75

Rivestimento di scarpate mediante stesura di un biotessile
biodegradabile in juta, a maglia aperta di minimo 1×1 cm, massa
areica non inferiore a 400 g/m2
. Il rivestimento verrà fissato alle estremità, a monte e al piede della sponda o della scarpata, in un
solco di 20 – 30 cm, mediante staffe e successivo ricoprimento col terreno precedentemente predisposto. La geojuta verrà posata
srotolandola lungo le linee di massima pendenza e fissandola alla scarpata, con picchetti a T o staffe realizzate con tondino ad aderenza migliorata in ferro acciaioso piegato ad “U” da 8 mm, L = 20 – 40 cm, in ragione di 2 o più picchetti per m2
in maniera da garantire la stabilità e l’aderenza della stuoia sino ad accrescimento
avvenuto del cotico erboso; i teli contigui saranno sormontati di
almeno 10 cm e picchettati ogni 50 cm. La posa del rivestimento
dovrà avvenire su scarpate stabili precedentemente regolarizzate e
liberate da radici. Tali rivestimenti devono essere abbinati ad una
semina o idrosemina con miscela di sementi (40 gr/m2), con le
modalità di cui ai punti presedenti e possono essere seguiti dalla
messa a dimora di specie arbustive autoctone, corredate da
certificazione di origine, previa opportuna esecuzione di tagli a croce nel rivestimento.

  • mq € 7,00

Rivestimento di scarpate mediante stesura di stuoia
biodegradabile in fibra di cocco con le seguenti caratteristiche
minime: – massa areica 400 g/m2;- resistenza longitudinale a
trazione 10 kN/m;- maglia 1×1 cm. Il rivestimento verrà fissato alle
estremità, a monte e al piede della sponda o della scarpata,in un
solco di 20 – 30 cm, mediante staffe e successivo ricoprimento col
terreno precedentemente scavato. La biostuoia verrà posata
srotolandola lungo le linee di massima pendenza e fissandola alla
scarpata, con picchetti a T o staffe realizzate con tondino ad
aderenza migliorata in ferro acciaioso piegato a “U” da 8 mm, L =
20 – 40 cm, oppure con talee di lunghezza minima 50 cm, in
quantità e di qualità tali da garantire la stabilità e l’aderenza della
biostuoia sino ad accrescimento avvenuto del cotico erboso. A tale
proposito, la densità dei picchetti dovrà essere direttamente
proporzionale alla pendenza della scarpata ed in funzione della
consistenza del substrato (<30°, 1 picchetto per m2, >30°, 2-3
picchetti al m2). I teli contigui saranno sormontati di almeno 10 cm
e picchettati ogni 50 cm, nel caso di sponde con sormonti effettuati
a tegola tenendo conto della direzione di scorrimento dell’acqua.
La posa del rivestimento dovrà avvenire su scarpate stabili
precedentemente regolarizzate e liberate da radici. Tali rivestimenti
devono essere sempre abbinati ad una semina o idrosemina con
miscela di sementi (40 g/m2), con le modalità di cui ai punti
precedenti, e possono essere seguiti dalla messa a dimora di specie
arbustive autoctone, corredate da certificazione di origine, previa
opportuna esecuzione di tagli a croce nel rivestimento.

  • mq € 12,00

Palizzata in legname con talee – Realizzazione di una palizzata
costituita da pali di legname idoneo (diametro20 cm, lunghezza 1,5
m) infissi nel terreno per una profondità di 1 m e posti ad una
distanza di 1 m. Sulla parte emergente dal terreno verranno
collocati dei mezzi tronchi di castagno (diametro 10 cm, lunghezza
2 m)legati con fili di ferro, allo scopo di trattenere il materiale di risulta posto a tergo della struttura medesima; messa a dimora di
talee di specie autoctone idonee per la ricostruzione della
compagine vegetale; compreso ogni altro onere ed accessorio per
eseguire il lavoro a regola d’arte

  • m € 18,04

Palizzata viva. Stabilizzazione di pendii con cordonata costituita
da tondame di Larice, altra resinosa o Castagno di 15 – 25 cm e
lunghezza 2-5 m, appoggiata in orizzontale sul pendio, su file con
disposizione alterna e distanti 2 – 3 m, fissata con piloti di ferro (a
sezione tonda o a doppio T) o di legno (8 -10 cm) infissi nel pendio
per minimo 0,70 m e sporgenti per 30 cm. Sul tondame verranno
appoggiate talee di specie con capacità di propagazione vegetativa,
o piantine di latifoglie a radice nuda (ricoperte poi di terra), o
inserite piantine in zolla in piccoli solchi ricavati a tergo dei
tronchi.

  • m € 42,00

Grata viva. Sostegno di scarpate e versanti in erosione molto ripidi
con substrato compatto (che non deve essere smosso) con grata in
tondame di larice, altra resinosa o castagno di ø 15 – 40 cm e
lunghezza 2 – 5 m, fondata su un solco in terreno stabile o previa
collocazione di un tronco longitudinale di base, con gli elementi
verticali distanti 1 – 2 m e quelli orizzontali, chiodati ai primi,
distanti da 0,40 a 1,00 m, con maggiore densità all’aumentare
dell’inclinazione del pendio (in genere si lavora su pendenze di 45°
– 55°); fissaggio della grata al substrato mediante picchetti di legno
di ø 8 – 10 cm e lunghezza 1 m, o di ferro di dimensioni idonee per
sostenere la struttura; riempimento con inerte terroso locale
alternato a talee e ramaglia disposta a strati, in appoggio alle aste
orizzontali con eventuale supporto di una griglia metallica per un
miglior trattenimento del terreno. L’intera superficie verrà anche
seminata e in genere piantata con arbusti autoctoni. La grata può
essere semplice o doppia a seconda della profondità e forma dello
scoscendimento. La radicazione delle piante si sostituirà nel tempo
alla funzione di consolidamento della struttura in legname.
L’altezza massima possibile per le grate vive non supera in genere i
15 – 20 m. Inoltre, risulta necessario proteggere la testa della grata
da eventuali infiltrazioni di acqua che potrebbero creare problemi
di erosione e portare allo scalzamento della struttura; a tale scopo si
potrà realizzare una canalizzazione a monte.

  • mq € 130,00

Palificata viva di sostegno semplice. Consolidamento di pendii
franosi con palificata in tondami di larice o castagno ø 20 – 30 cm
posti alternativamente in senso longitudinale ed in senso trasversale
(L = 1,50 – 2,00 m) a formare un castello in legname e fissati tra di
loro con chiodi o tondini di ferro ø 14 mm e lunghezza di poco
inferiore ai due tronchi sovrapposti; la palificata andrà interrata con
una pendenza di 10° – 15° verso monte ed il fronte avrà anche una
pendenza di 60o per garantire la miglior crescita delle piante; una
fila di putrelle potrà ulteriormente consolidare la palificata alla
base; l’intera struttura verrà riempita con l’inerte ricavato dallo
scavo e negli interstizi tra i tondami orizzontali verranno collocate
talee legnose di Salici, Tamerici od altre specie adatte alla
riproduzione vegetativa nonché piante radicate di specie arbustive
pioniere. Rami e piante dovranno sporgere per 10-25 cm dalla palificata ed arrivare nella parte posteriore sino al terreno naturale.
Gli interstizi tra i tondami vengono riempiti con massi sino al
livello di magra dell’argine: a) a parete semplice: una sola fila
orizzontale esterna di tronchi e gli elementi più corti perpendicolari
al pendio sono appuntiti ed inseriti nel pendio stesso. L’altezza di
questo tipo di palificata è in genere modesta (1 – 1,5 m). Per un
fissaggio corretto con i tondini in ferro (passanti di ø 14 mm),
bisogna perforare parzialmente i due tronchi da fissare, in modo da
avere una salda presa senza il rischio di provocare rotture o
fessurazioni del legno. Inoltre, il posizionamento sfalsato dei
traversi è a favore della stabilità. Il periodo d’intervento
corrisponde al riposo vegetativo. L’effetto consolidante della
struttura in legno, una volta marcita, sarà sostituito dallo sviluppo
dell’apparato radicale.

Palificata viva di sostegno doppia. Consolidamento di pendii
franosi con palificata in tondami di larice o castagno ø 20 – 30 cm
posti alternativamente in senso longitudinale ed in senso trasversale
(L = 1,50 – 2,00 m) a formare un castello in legname e fissati tra di
loro con chiodi o tondini di ferro ø 14 mm e lunghezza di poco
inferiore ai due tronchi sovrapposti; la palificata andrà interrata con
una pendenza di 10° – 15° verso monte ed il fronte avrà anche una
pendenza di 60o per garantire la miglior crescita delle piante; una
fila di putrelle potrà ulteriormente consolidare la palificata alla
base; l’intera struttura verrà riempita con l’inerte ricavato dallo
scavo e negli interstizi tra i tondami orizzontali verranno collocate
talee legnose di Salici, Tamerici od altre specie adatte alla
riproduzione vegetativa nonché piante radicate di specie arbustive
pioniere. Rami e piante dovranno sporgere per 10-25 cm dalla
palificata ed arrivare nella parte posteriore sino al terreno naturale.
Gli interstizi tra i tondami vengono riempiti con massi sino al
livello di magra dell’argine: b) a parete doppia: fila di tronchi
longitudinali sia all’esterno sia all’interno. La palificata potrà essere
realizzata per singoli tratti non più alti di 2 – 2,5 m, poiché la
capacità consolidante delle piante si limita a 2 – 3 m di profondità .
Per un fissaggio corretto con i tondini in ferro (passanti di ø 14
mm), bisogna perforare parzialmente i due tronchi da fissare, in
modo da avere una salda presa senza il rischio di provocare rotture
o fessurazioni del legno. Inoltre, il posizionamento sfalsato dei
traversi è a favore della stabilità. Il periodo d’intervento
corrisponde al riposo vegetativo.L’effetto consolidante della
struttura in legno, una volta marcita, sarà sostituito dallo sviluppo
dell’apparato radicale

  • mq € 220,00

Muro a secco rinverdito – Formazione di muratura a secco con
pietrame squadrato al grezzo con inserimento durante la
costruzione di ramaglia viva (sino a 10 pezzi/m²), o piante legnose
radicate (2 – 5 pezzi/m²) o zolle erbose. I rami non dovranno
sporgere più di 30 cm. dal muro nell’aria, per evitare disseccamenti,
e in tal senso dovranno essere potati dopo la posa in opera. Le
fughe tra i massi andranno intasate con terreno vegetale o almeno
materiale fine tale da rendere possibile l’attecchimento delle piante.
La costruzione potrà avvenire solo durante il periodo di riposo
vegetativo, la presenza della vegetazione oltre a consolidare nel tempo la struttura, consentirà di ottenere un maggior drenaggio del
terreno retrostante. date le condizioni particolari è prevista una
fallanza del 30 – 40%.

  • mc € 79,85

Costruzione di un muro di sostegno in pietrame. Il pietrame
sarà posto in opera con una leggera contropendenza rispetto al
versante; compreso ogni latro onere ed accessorio per eseguire il
lavoro a regola d’arte con massi calcarei recuperati sul posto

  • m € 47,50

Sistemazione di scarpata con pannelli a struttura alveolare
(GEOCELLE) in Polietilene ad alta densità (HDPE) o poliestere ,
previa preparazione del terreno di posa, stesura del pannello,
riempimento delle celle con terreno vegetale, semina con adeguato
miscuglio di semi e relative annaffiature successive compreso ogni
onere e magistero per dare l’opera compiuta a perfetta regola d’arte

  • per spessori di geocella da 75 mm. mq € 28,60
  • per spessori di geocella da 100 mm. mq € 34,65

Sistemazione di scarpate – pendii. Strutture di sostegno o
sottoscarpa con paramento inclinato in funzione delle esigenze
progettuali (ca. 65°) eseguite con la tecnologia dei terrapieni
rinforzati con geogriglie monorientate in HDPE, poliestere o
similari, di resistenza a trazione dipendente dalle caratteristiche
geometriche del rilevato, dalle caratteristiche geomeccaniche del
terreno, dai carichi agenti sul rilevato stesso e da eventuali
sollecitazioni sismiche. Le geogriglie saranno contenute da un
cassero di guida e di appoggio “a perdere” in rete elettrosaldata e
rivestite internamente in facciata con un stuoia vegetale
successivamente idroseminata o in alternativa da un Feltro
vegetativo preseminato. Compreso ogni onere e magistero per dare
l’opera compiuta a perfetta regola d’arte. Nei prezzi non sono
considerati i costi relativi agli scavi, agli sbancamenti, alla fornitura
a piè d’opera del terreno di riempimento e all’eventuale idrosemina,
che saranno conteggiati a parte.

  • per altezze fino 3,00 metri mq € 137,50
  • per altezze da 3,01 e fino a 6,00 metri mq € 170,50
  • per altezze da 6,01 e fino a 9,00 metri mq € 22,00
  • per altezze da 9,01 e fino a 12,00 metri mq € 269,50
  • per ogni 2,00 metri di maggiore altezza oltre i 12,00 metri mq € 44,00

Tappeti erbosi. Formazione di tappeto erboso, previa lavorazione
profonda del terreno e ripresa della superficie, sino ad ottenere un
letto di semina perfettamente soffice e livellato, concimazione di
fondo e semina in misura di gr. 30 per mq; compresi i primi tre
sfalci a cm 3 – 5 secondo il miscuglio.

  • superfici continue fino a 300 mq € 4,83
  • superfici continue da 300 a 500 mq € 3,36
  • superfici continue fino a 1000 mq mq € 2,84
  • superfici continue da 1000 a 2000 mq mq € 2,28
  • superfici continue oltre 2000 mq mq € 1,71

Tappeto erboso in zolle. Fornitura e posa in opera di prato con
miscuglio di graminacee preseminato in zolle, compreso e
compensato l’onere della preparazione e l’eventuale correzione
fisico-chimica del terreno. Compresi e compensati, inoltre, gli oneri
per la garanzia di attecchimento e la manutenzione fino al terzo
taglio.

  • superfici continue fino a 300 mq mq € 18,02
  • superfici continue da 300 a 500 mq mq € 17,51
  • superfici continue da 500 a 2000 mq mq € 14,80
  • superfici continue oltre 2000 mq mq € 13,58

Tappeto erboso in zolle. Fornitura e posa in opera di prato di
Dichondra repens preseminato in zolle, compreso e compensato
l’onere della preparazione e l’eventuale correzione fisico-chimica
del terreno. Compresi e compensati, inoltre, gli oneri per la
garanzia di attecchimento e la manutenzione fino al terzo taglio.

  • superfici continue fino a 300 mq mq € 29,47
  • superfici continue da 300 a 500 mq mq € 26,82
  • superfici continue da 500 a 2000 mq mq € 24,08
  • superfici continue oltre 2000 mq mq € 22,88

 

case in legno roma
porticati in legno
tettoie in legno per auto
pergole addossate
coperture in legno per auto
pensiline in legno lamellare

Quanto costa una casa in legno

Il prezzo delle case in legno è generalmente proporzionale alle scelte fatte in rapporto al budget di spesa. La principale distinzione, quando si parla di tecnologie costruttive, è tra la prefabbricazione vera (struttura a telaio con pareti costruite in fabbrica, serramenti esterni già inseriti, vano tecnico passa impianti già realizzato, pareti interne a telaio) e la costruzione in cantiere (struttura Xlam con stratigrafia pareti, inserimento serramenti esterni, vano passa-impianti da realizzare in cantiere, e pareti interne in cartongesso).

Valori di isolamento termico, utilizzo di materiali pregiati, una dotazione impiantistica all’avanguardia possono innalzare il costo finale dell’edificio.
Per effettuare un confronto serio tra due o tre aziende bisognerebbe uniformare al massimo le richieste (valori termici, soluzioni costruttive, capitolato), includendo tutte le voci nel preventivo.

Una importante spesa aggiuntiva da considerare sono gli oneri burocratici che consistono nelle pratiche per la richiesta della licenza di costruzione e accatastamento, per la quale presentazione sono necessari la consulenza e l’aiuto di un esperto del settore.

Un progetto approvato ed il relativo titolo abitativo rilasciato dall’ Amministrazione locale e da tutti gli altri eventuali enti che, per diversi motivi, hanno potere giurisdizionale sull’area in oggetto o sulle caratteristiche dell’edificio da realizzare (Regioni, Soprintendenze, Vigili del Fuoco, ecc.);

  • La disponibilità di uno o più tecnici incaricati della redazione e della esecuzione del progetto, dello svolgimento degli studi, delle ricerche e delle attività finalizzati (in funzione del progetto) al rilascio dei permessi, come la relazione geologica, il rilievo, l’accatastamento e le pratiche catastale, la certificazione acustica ed energetica, il collaudo, il coordinamento e la verifica degli adempimenti relativi alla sicurezza;
  • Il pagamento degli oneri di urbanizzazione e dei diritti di segreteria: il rilascio del permesso di costruire è vincolato al pagamento da parte del committente di quote definite in percentuale dai regolamenti locali e destinate a coprire gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria (infrastrutture e reti che servono l’area), il contributo sul costo di costruzione e i diritti di segreteria relativi al tipo di pratica. Si tratta di costi (soprattutto gli oneri di urbanizzazione ed il contributo sul costo di costruzione) che, in certi casi, possono avere un’incidenza molto alta.

Un’altra importante voce spesa da aggiungere ai costi iniziali è la quota dedicata al pagamento dagli oneri di urbanizzazione del terreno, ovvero le spese per gli interventi di allacciamento:

  • sistema fognario;
  • rete elettrica;
  • rete idrica.

Legnoroma assicura massima chiarezza e il pieno rispetto dei costi indicati nel preventivo senza variazioni indesiderate in corso d’opera.

Chiama per un Preventivo